Bullismo

Di: | Tags: | Commenti: 0 | Maggio 2nd, 2015

Il gruppo dei pari quale fonte di confronto, crescita, sostegno, condivisione, conflitto. Fonte che inevitabilmente deve essere multisfaccettata per poter includere atteggiamenti e comportamenti di sistematica prevaricazione e sopruso posti in essere da minori (bambini, adolescenti) – i cosiddetti bulli – nei confronti di un altro minore percepito come più debole, la vittima. Non di rado si costituiscono veri e propri gruppi protagonisti di vessazioni inflitte e viceversa subite. Ecco perché non si può sottovalutare la rilevanza degli osservatori, i quali possono essere schierati con il bullo, schierati con la vittima o restare neutrali, senza che tale schieramento consenta loro di intervenire, partecipando direttamente al fenomeno. Cosa distingue la prevaricazione del bullo da un qualsivoglia conflitto tra pari? Certamente si tratta di azioni ripetute nel tempo, poste in essere deliberatamente e intenzionalmente. L’intenzionalità presuppone la volontà da parte del bullo di rivendicare il proprio controllo sulla vittima sovente a scopo ludico, confermando costantemente la propria superiorità avverso l’inferiorità dell’oppresso, in una definita e riconosciuta relazione asimmetrica. La continuità dei soprusi è garantita anche dall’incapacità della vittima di difendersi o denunciare gli episodi di prevaricazione a suo danno.

cyberbullismo

Il cosiddetto bullismo diretto, sia esso fisico o verbale, comprende attacchi espliciti nei confronti della vittima mentre il bullismo indiretto danneggia la vittima nelle sue relazioni mediante esclusione dal gruppo dei pari, isolamento, diffusione di pettegolezzi e calunnie sul suo conto. Ove tale fenomeno si diffonda attraverso canali indiretti quali Internet (posta elettronica, social network, chat, blog, forum) o telefono cellulare, prende il nome di cyberbullismo.

Cosa NON è il bullismo? Non è uno scherzo né tantomeno un conflitto fra coetanei; fraintenderne la natura può condurre alla sottovalutazione del fenomeno rischiando di legittimarne gli assunti e aumentare la portata disastrosa delle conseguenze che ne derivano, e a carico delle vittime e a carico degli autori di bullismo.

Questione duale, più spesso gruppale, quella del bullismo; se considerata nel sistema in cui è inserita (generalmente quello scolastico) può consentire di svelare la parte sommersa del fenomeno, ossia quella delle intenzioni e delle emozioni, e attivare una strategia condivisa di nuova e diversa canalizzazione delle risorse intra e interindividuali. Questo perché è necessario riconoscere la presenza dell’ospite inquietante dibattuto da Galimberti, il nichilismo giovanile, potenziale concausa del fenomeno, così da metterlo alla porta. Cosa NON fare? Contrariamente a quanto si è soliti pensare, la punizione non possiede valenza educativa ma, per dirlo con Nietzsche, ‘ (la pena) rende più duri e freddi; (…) acuisce il sentimento di estraneità; aumenta la capacità di resistenza’.

 

Dottoressa Claudia Marceddu

Psicologa clinica e forense

 

I contenuti trattati sono stati ispirati dalle letture meglio precisate di seguito.

Chiarugi, M. & Anichini, S. (2012). Sono un bullo, quindi esisto. I volti della violenza nella ricerca della felicità. Milano: FrancoAngeli.

Galimberti, U. (2007). L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani. Milano: Feltrinelli.

Nietzsche, F. (1887). Genealogia della morale. Uno scritto polemico. Disponibile gratuitamente al link: https://www.radiciculturali.it/wilhelm.pdf

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