QUANDO LA PAROLA DIVENTA VIOLENZA: GASLIGHTING TRA MANIPOLAZIONE E SUBORDINAZIONE

Di: | Tags: | Commenti: 0 | Giugno 15th, 2015

Nei rapporti tra due persone può annidarsi e prendere corpo una violenza non eclatante, non fisica, ma non per questo meno dolorosa, intensa ed estenuante, che spesso può rappresentare l’inizio di manifestazioni più visibili e talvolta irreversibili. Il gaslighting è inquadrabile in una forma di abuso psicologico ed emozionale del quale la vittima difficilmente acquisisce consapevolezza. In sintesi, si tratta di una sottile forma di violenza che può essere definita come un insieme di comportamenti che un manipolatore agisce nei confronti di una persona per confonderla, renderla dipendente, farle perdere la fiducia GASLIGHTINGin se stessa e nel proprio giudizio di realtà fino a farla dubitare della propria sanità mentale. L’obiettivo del gaslighter è quello di privare la vittima della sua autonomia mentale, della sua autostima e della sua competenza decisionale, riducendola a una condizione di dipendenza sia fisica che psicologica, esercitando e mantenendo su di essa controllo e potere. Lo stato di soggezione psicologica nel quale arriva a trovarsi imprigionata la vittima alimenta a sua volta, in una circolarità perversa, l’esigenza di rinforzare il suo legame con il carnefice, il più delle volte significativamente idealizzato e percepito come potente e sicuro, a fronte della propria vulnerabilità e insicurezza, consolidando così la spirale di dipendenza.

violenza-psicologica-nella-coppia-aggressione-verbale1Sono state identificate tre tipologie di gaslighter: il tipico bravo ragazzo, che in apparenza sembra interessarsi e darsi da fare solo per il bene della vittima, sostenendola e incoraggiandola, mentre in realtà tutte le sue azioni sono mirate al soddisfacimento delle sue necessità; l’adulatore ossia colui che fa della lusinga il suo strumento manipolativo principale, per indurre la vittima alla vicinanza emotiva e alla totale fiducia; l’intimidatore è invece chi esprime la violenza esplicitamente con un’aggressività diretta, ma anche attraverso la critica continua oppure il sarcasmo.

Il gaslighting è caratterizzato da tre fasi:

  • incredulità. La vittima, mantenendo ancora una sufficiente sicurezza di sé e conservando una buone dose di obiettività, non attribuisce grande credito ai messaggi provenienti dal gaslighter;

  • difesa. Si verifica dopo che la strategia manipolativa del gaslighter si è già sviluppata attraverso molteplici espressioni vessatorie e in cui la vittima, perdendo i residui della sua sicurezza, inizia a difendersi in quella che può essere definita una caccia del gatto con il topo;

  • depressione. Rappresenta lo stadio della resa. La vittima ha raggiunto la convinzione di essere sbagliata e accetta passivamente la realtà che le viene comunicata dal suo torturatore come l’unica vera e possibile, sprofondando in balia di vissuti di insicurezza, autosvalutazione e dipendenza. È in questa fase che interviene la cronicizzazione della violenza e la vittima diventa così dipendente dal suo aguzzino da isolarsi anche a livello sociale; da ciò deriva l’estrema difficoltà che essa riesca da sola a rendersi conto della trappola perversa nella quale è imprigionata e a chiedere aiuto. La vittima riconosce il suo aguzzino come unico sostegno e fonte di protezione.

images (1)Questo è un tema molto delicato ed attuale di cui però si parla poco, forse perché meno mediatico di un omicidio efferato tra le mura di casa, e molte volte si commette l’errore di pensare che laddove non ci sia violenza fisica non si possa parlare di vera violenza. Ma non dobbiamo mai sottovalutare il potere della parola che talvolta può ferire profondamente lasciando segni indelebili come cicatrici.

 

Dottoressa Marianna Sancineto

Dottoressa in Psicologia

 

I contenuti trattati sono stati ispirati dalle letture meglio precisate di seguito.

Calef, V. & Weinshel, E. (1981). Some clinical consequences of introjection: Gaslighting, Psycoanalytic Quarterly, 50(1), 44-66.

Filippini, S. (2005). Relazioni perverse. La violenza psicologica nella coppia. Milano: Franco Angeli.

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