CAMMINARE SOSPESI: ADOLESCENTI TRA CRISI E CONQUISTE

Di: | Tags: | Commenti: 0 | Giugno 18th, 2015

“Essere adolescenti è volere tutto e niente nello stesso momento. Avere segreti inconfessabili e domande senza risposta. Odiare sé per odiare tutti. Avere tutte le paure e nasconderle tutte, pur volendole dire tutte insieme, con mille bocche. Avere centomila maschere senza cambiare mai la faccia che ti ritrovi. Avere un milione di sensi di colpa e dover scegliere a chi addossarli per non doverli portare tutti da sola. Vuoi amare e non sai come si fa. Vuoi essere amata e non sai come si fa. Vuoi stare da sola e non sai come si fa. Vuoi un corpo di donna e non ce l’hai, e se il corpo diventa di donna non lo vuoi più. Ci sono cose che nessuno spiega. Ci sono cose che nessuno sa”

Alessandro D’Avenia

images (3)Il termine adolescenza viene utilizzato per descrivere quel complesso periodo della vita che divide l’infanzia dall’età adulta. Secondo una famosa definizione di Lewin, l’adolescente nella nostra società si trova nella posizione di “uomo marginale”, ossia in uno stato di transizione e di instabilità sociale che lo emargina sia dal ben delineato gruppo dei bambini, sia da quello altrettanto ben delineato degli adulti.

Dal punto di vista etimologico la parola “adolescenza” deriva dal latino adolescere che significa “crescita”. Con questa definizione si indica una fase dello sviluppo, caratterizzata dalla complessità in cui le modificazioni somatiche, le vicende intrapsichiche e le dinamiche psicosociali sono intrecciate e interdipendenti.

basilari_6adolescentiL’adolescenza comporta una forma di cambiamento in cui coesistono elementi di continuità e di rottura, di armonia e di crisi, e si sottrae ad una definizione risolutiva già a partire dalla delimitazione temporale. Per quanto sia facile identificare come inizio di tale fase evolutiva la vistosa maturazione puberale, non altrettanto agevole da definire è la conclusione di tale periodo, il quale dovrebbe coincidere con l’assoluzione di importanti compiti evolutivi, come il raggiungimento dell’identità adulta e della piena socializzazione lavorativa e familiare, che vengono tuttavia sempre più parcellizzati, dilazionati e mantenuti sospesi.

In adolescenza le mutazioni sono irreversibili. Gli adolescenti perdono quel corpo a cui erano abituati fino a pochi mesi prima e che ora appare molto diverso, al punto di sentirsi e muoversi in modo goffo ed impacciato. Vi è un forte investimento affettivo nel corpo. È comune in questo periodo evolutivo la dismorfofobia, ossia una preoccupazione eccessiva per i difetti estetici e il timore di avere qualcosa di anormale nel proprio corpo. Tale percezione distorta della realtà porta l’adolescente a rimuginare sul difetto fisico per molte ore della giornata. Gli adolescenti si sentono come su un palcoscenico, osservati da una sorta di pubblico immaginario di cui temono il giudizio. Lo sguardo degli altri diventa uno specchio deformante. Ed è in tale fase evolutiva che si costruisce e definisce l’identità in quanto l’adolescente abbandona i modelli di identificazione tipici della fanciullezza per acquisire quelli più funzionali alle proprie attitudini e al proprio ruolo.

Questa è inoltre l’età della sperimentazione. L’adolescente agisce per conoscere, è un esploratore che impara per prove ed errori. Tali comportamenti di esplorazione sono tesi alla ricerca di sensazioni soddisfacenti e alla scoperta dei limiti, propri e altrui.

560137_3441801038973_830781928_nL’adolescenza si configura dunque come un periodo di transizione caratterizzato da profondi cambiamenti psicologici e fisiologici e l’emergere di queste modificazioni conduce l’adolescente in un’evitabile situazione di conflitto e frustrazione.

È pertanto necessario che l’adolescente possa sperimentarsi in questa nuova realtà di scoperta, rimodulando i propri bisogni in un contesto che gli permetta di sentirsi accolto e sostenuto. I cambiamenti spaventano, la voglia di essere indipendente si scontra con la paura delle nuove responsabilità ma il tempo dell’adolescenza è una grande conquista e un’importante ricchezza, sia per chi la vive, sia per chi in essa si può rispecchiare.

Come scrive D’Avenia: “E a quattordici anni sei un funambolo a piedi nudi sul tuo filo e l’equilibrio è un miracolo”.

 

Dottoressa Sabrina Buttu

Psicologa dello sviluppo e dei processi socio-lavorativi

 

i contenuti trattati sono stati ispirati dalle letture meglio precisate di seguito.

Andolfi, M. & Angelo, C. (1988). Tempo e mito in psicoterapia familiare. Torino: Bollati Boringhieri.

D’Avenia, A. (2010). Cose che nessuno sa. Milano: Mondadori.

Lewin, K. (1939). Field theory and experiment in social psychology, American journal of sociology, XLIV, pp. 868-875 (Tr. It. in Teoria e sperimentazione in psicologia sociale, Bologna, 1972).

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