E SE FOSSIMO IN DUE? LA COPPIA DISFUNZIONALE

Di: | Tags: | Commenti: 0 | Settembre 9th, 2015

“Io mi sforzo di capire le tue ragioni ma proprio non ci riesco! Certo se parlassi un po’ di più forse eviterei di fare e disfare tutto da sola. Tu non ci sei mai, non ti preoccupi di come sto. Io sì che ti dimostro quello che provo per te; lo faccio costantemente da quando quel giorno ho deciso di stare con te”

Quanti errori in questo familiarissimo monologo! IO, TU… Chi scrive si è probabilmente dimenticato che sta parlando di una relazione e le relazioni, da che mondo è mondo, necessitano di almeno due persone che – per il sol fatto di essere, per l’appunto, in relazione – sono in due: dicesi coppia.

images (2)Una coppia ha già concretizzato il risultato del complicatissimo 1+1; ecco perché diventa qualcosa di più della semplice somma, qualcosa di diverso dai canonici IO e TU… diventa NOI.

Quanta fatica però definire il concetto di coppia. E definirsi al suo interno? Un lavoraccio!

Seppur ristretto, quello della coppia è comunque un gruppo che deve interfacciarsi con il senso di appartenenza, con il concetto di condivisione e con la costruzione di un progetto di vita che sia esclusivo ma soprattutto comune. Tutti questi buoni propositi – che talvolta restano meramente dei propositi – richiedono una negoziazione circa le regole interne al nucleo duale; questo perché siano chiari alle parti i presupposti sui quali poggia la relazione e sui quali si potrà reggere in futuro. A ben pensarci, d’altronde, tutte le relazioni prevedono delle regole: genitori e figli, tra amici, capo e dipendente, insegnante e allievo…e le relazioni che prevedono delle regole chiare, condivise e rispettate sono quelle che vanno meglio.

La costituzione della coppia equivale alla creazione di una nuova realtà, che non si sostituisce certo alle preesistenti ma dovrà conviverci, richiedendo un consapevole sforzo di ridefinizione dei confini. Quali confini?! Quelli della famiglia d’origine, tanto per cominciare. Partner ‘troppo figli’ rischiano di rimanere imbrigliati in una condizione che logicamente continuerà ad essere concreta ma dovrà essere nuovamente delimitata: mai sentito parlare di ‘mammoni’ o di ‘suoceri invadenti’? Che dire di ‘nuore con la puzza sotto il naso’ e di ‘generi senza spina dorsale’? Beh, tutte queste scomode questioni possono essere aggirate se la coppia pone in essere la caldeggiata ridefinizione di spazi, ruoli e dunque confini.

disturbi_coppia_2Torniamo per un attimo al sentirsi – ed essere – coppia. Uno degli elementi imprescindibili per la buona riuscita di una relazione è ovviamente quella chimera chiamata talvolta dialogo, talvolta comunicazione, che implica quel lontano miraggio definito ascolto. Una percentuale cospicua di litigi di coppia riguarda questo tema; inutile dire che tali scontri innescano inevitabilmente un circolo vizioso delineato come segue. Io voglio che tu mi parli, ma te lo chiedo con così tanta insistenza da non lasciare neanche che tu abbia il tempo di proferire verbo e se, dopo estenuanti tentativi, mi rivolgi una domanda, io la ritengo superflua e, indispettita, non ti rispondo neanche; ecco che i ruoli s’invertono cosicché comincio il mio ferreo mutismo e chissà quando si sbloccherà. Arriva dunque la fase in cui nessuno dei due vuole sentire ragioni e resta ancorato alle proprie posizioni, murando totalmente la possibilità all’altro di comprenderle e discuterle. In fondo a nessuno dei due importa di sondare le posizioni dell’altro: oltre quel muro eretto con cotanta perizia non si vedono altre posizioni che le proprie. Immaginatevi dunque all’interno di un perimetro che potrà essere bello, giusto, meraviglioso quanto volete – giacché lo avete creato voi – ma che vi vede soli al suo interno e in perenne allerta: l’unico vostro pensiero è scongiurare un attacco dall’esterno. Peccato che al di là delle palizzate ci sia il vostro partner e dunque a cosa è servito investire tanta energia nella predisposizione di un rigido conflitto?!

Mm, vi lascio un istante per pensare alla risposta…

Va bene, ve lo dico subito… Assolutamente a niente! Se è servito a qualcosa è stato certamente complice del peggioramento della questione. La crisi non è di per sé negativa o pericolosa, anzi costringe a un ridimensionamento degli aspetti più stanchi e meno curati del rapporto, ma va saputa gestire e va considerata e affrontata come un momento utile per ritrovarsi in due, confrontarsi e – perché no – scontrarsi, ma facendolo insieme, non ognuno forte delle proprie idee e per nulla disposto a rivederle e – prima ancora – ad esporle. Ecco perché è bene ricercare ed esercitarsi a praticare una comunicazione funzionale in luogo di una più problematica comunicazione egocentrica, asimmetrica e interrotta.terapia-di-coppia-rovigo-232 Attenzione però: se è vero che qualcosa deve cambiare per superare la crisi, a cambiare non può certo essere il vostro partner e, cosa più importante, comunque non può essere vostro compito! Spesso è possibile incontrare la volontà di cambiare l’altro come cruccio principale delle coppie disfunzionali. Più spesso poi questa mission si sposa con la variabile del sentimento: ‘se lui mi amasse veramente cambierebbe per me, lo farebbe per me’ e ancora ‘io con il mio amore riuscirò a farlo cambiare’. Un partner non è un capo d’abbigliamento che, scontenti, potete restituire in negozio e preferirlo di una tonalità di verde più scura. In fondo vi siete scelti, provate dunque a tornare sul quando è successo, magari avevate esigenze diverse e allo stato attuale la coppia deve riadattare il rapporto alle nuove esigenze… Care lettrici ho detto la coppia, non LUI! Rassegnatevi e gioitene perché tutto ciò che si fa e si disfa nel rapporto è questione duale: colpe e meriti sono della coppia e sarebbe meglio distribuirli in simmetria perfetta, per quanto sia possibile. Quante volte, nelle relazioni sentimentali, ci troviamo coinvolti in dinamiche di potere? Attuiamo un gioco al rilancio e ci sfidiamo a chi la dice più grossa, a chi ferisce di più l’altro, ricadendo nel tipico fenomeno dell’escalation tale per cui ad ogni azione di uno corrisponde una reazione dell’altro, il quale generalmente alza la posta e colpisce un po’ più pesantemente. Lo scopo è vincere sull’altro, senza considerare però che costui fa parte della coppia e se qualcuno trionfa qualcun’altro deve avere necessariamente desistito e perso; va da sé che la coppia ne esce sconfitta. Alcune relazioni seguono proprio questa configurazione: uno dei due sperimenta e manifesta la volontà di controllare il rapporto, attuando costantemente comportamenti tesi ad aumentare il potere. equilibrio_coppiaIn altre coppie, questo meccanismo manca completamente e in altre ancora si costituisce solo in determinati momenti, generalmente quelli di crisi. In ogni caso, se tralasciati, i conflitti si radicalizzano e i problemi possono diventare cronici.

Imparate dunque a chiedervi e se fossimo in due? Questo vi aiuterà a valutare il vostro ruolo nella coppia e a riaggiustarlo INSIEME in funzione di una più positiva ricerca dell’equilibrio.

 

Dottoressa Claudia Marceddu

Psicologa clinica e forense

 

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